RISCOPRIRE LA COMUNITA´: COMUNITA´ E ISTITUZIONI, UNA SFIDA IRRINUNCIABILE
- La Voce del Partito dei Valori Cristiani
- 14 ott 2017
- Tempo di lettura: 3 min
14 ottobre 2017 FESTIVAL DELLA SOCIOLOGIA
CITTA´ DI NARNI - SALA DEL GHIRLANDAIO - PALAZZO EROLI

I beni comuni sono al centro di un dibattito interdisciplinare che talvolta nel nostro Paese ha assunto un ingiustificato carattere ideologico. La recente crisi economica ha rafforzato la percezione del pericolo in cui si trovano risorse che un tempo erano disponibili in misura abbondante e che oggi sono diventate scarse. È crescente l´insoddisfazione per la tutela e la gestione di tali beni, normalmente lasciate alla pubblica amministrazione, dalle quali sono escluse le comunità. Assume, dunque, particolare rilievo il ruolo delle comunità alle quali i beni comuni arrecano utilità di rilevante intensità. Ciò può portare i cittadini che le compongono, che diventano titolari di interessi omogenei, a cooperare tra loro e ad assumere, con varia intensità, compiti di gestione e tutela degli stessi beni. Si impone, peraltro, la necessità della collaborazione tra comunità e Istituzioni pubbliche secondo un modello di amministrazione condivisa.
NE HANNO DISCUSSO
- Prof. Eugenio Picozza - ordinario diritto amministrativo, Un. di Roma Tor Vergata
- On. Claudia Mannino - Deputato Repubblica Italiana
- Dott. Giovanni Vetritto - Dirigente generale, Presidenza del Consiglio dei Ministri
- Prof. Nereo Zamaro - Dirigente di ricerca, Istituto Nazionale di Statistica
La discussione trae spunto dal libro di Gianfrancesco Fidone, Proprietà pubblica e beni comuni, ETS, 2017
Occasione per confrontarsi anche su questa proposta di legge volta ad attuare l´art. 42 della Nostra Costituzione:
http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0052620.pdf
Incontro commentato dall´ingegnere Giancarlo La Villa,Vice Presidente del Partito dei Valori Cristiani:
Nel corso della mattinata ha avuto luogo all´interno del museo EROLI in Narni centro, un incontro ove il relatori con il contributo dell´onorevole Claudia Mannino per gli aspetti legali in fieri alla Camera, si sono cimentati nella definizione dei Beni Comuni nel contesto umanitario e sociale al contorno degli stessi.
All´origine la presentazione di un recente libro "Proprietà Pubblica e beni comuni" scritto da G. Fidone, ETS2017.
E´ la fruizione del bene? che lo definisce comune? se si chi i fruitori? l´utilizzo del bene e dove e se e quando? la gestione dello stesso è affidata alle pubbliche istituzioni in toto od in parte od a privati? Cosa rappresenta il consenso sociale che in sostanza occupa o detiene il bene comune di fatto,.. talvolta sia pur in parte? la Comunità, una particolare etnia?Affrontare la sfida e porre risposte funzionali dai diversi relatori, non ha potuto esimersi dall´art 42 della ns. Costituzione e dalle realtà sociali in cui siamo immersi nel nostro pianeta terra. Limitando agli ospiti presenti le domande ed i commenti e citando testi di rilievo al riguardo i relatori che ci hanno in parte portato a queste non certo granitiche conclusioni, che rivestono ed in parte contengono i dubbi in materia dei beni comuni. Ne è trasparso che il bene comune non è di proprietà della comunità relata od altro, ma è la stessa che è nel bene comune, e che ne fa parte. La fruizione del bene puo´ aver luogo in sistema social capitalistico, come si usava, sia sotto controllo dello stato senza interferire oltremodo nell´uso dello stesso, assicurandone al contempo che il risultato economico derivato sia distribuito a tutti i fruitori in modo equo e consono alle loro necessità in sito. A titolo di mero esempio è stata citata la Catalonia dei ns giorni, ed in parte la Scozia, che pongono alla più vasta comunità similari problemi. Più evidenti paiono le comunità montane molto sparse nel territorio italiano per motivi storici ed orografici che ne determinano la necessità. Paiono ab origine di più semplice gestione, che nelle normative e nella burocrazia ,e nel personale interesse di alcuni si scontrano tra loro. La logica di alcuni esimi relatori preconizza in parte l´aspetto che forse tra 40 anni ca, porterà al totale smembramento della società a noi oggi nota per via dei beni comuni,..vedasi in parte Africa oggi, venendo a scomparire le società, mi si passi il termine, di tipo tribale , aut comunità che vivono tuttora con regole comuni, ancestrali volte all´utilizzo delle loro parti /beni comuni, volte al bene dei membri delle comunità. In ultimo citato il mega quartiere di zona di grande città, con svariate parti comuni...strade marciapiedi..ecc che ci riporta con agricoltura a certi aspetti "feudali" Concludo questa modesta e sinottica esposizione evidenziando che forse unica risposta applicabile cade nella illuminata pubblica amministrazione, non burocrazia, che venisse applicata, non tanto nel rispetto delle norme e leggi ma nelle realtà in parte in continuo mutamento ed a favore del più bisogno della singola comunità in esame. Forse non sarà la strada migliore, ma forse percorribile. Ricordo tra i vari ospiti presenti, e qualificati anche il Partito dei Valori Cristiani e suoi esponenti che hanno in modesta parte contribuito alla discussione apertis verbis in lingua semplice con i vari relatori illustri.

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