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IL POPOLO E LO STATO, L’INDIVIDUO E LA FAMIGLIA

E’ per noi prioritario, nel definire il rapporto tra Popolo e lo Stato, il permanente richiamo al patriottismo civile. Quell'amore per la terra e la nazione, invocato da Dante ed esaltato da Manzoni che ha scritto le pagine più belle del nostro Risorgimento ma che, per troppo tempo, è stato rifiutato in Italia in nome di un astratto internazionalismo ideologico ma che è finalmente tornato. Assieme al tricolore, ad essere rivendicato come patrimonio unitario di tutti gli italiani. Del resto, nella storia italiana, l'amore per la patria non è mai stato in contraddizione con l'attaccamento alle piccole patrie che, dal tempo dei comuni e del Risorgimento, ne hanno anzi costituito l'intima essenza, perfino giuridica. Una Patria, mille Comuni: è da sempre questo l’Italia.

Da questi principi tre alimento la nostra concezione dello Stato, il soggetto che ha il diritto-dovere di tutelare il bene comune impedendo che interessi particolari legano quelli generali. Centrale da questo punto di vista è la qualità del rapporto tra Cittadino ed Amministrazione: perciò noi lavoriamo per il superamento di quel “bizantinismo burocratico” che, nell'era storica degli Stati nazionali ed in particolare nella tradizione italiana, ha compreso la vita produttiva e l’iniziativa sociale, e la stessa efficacia dell'azione di governo, vincolandole a procedure soffocanti. Al fine di realizzare un rapporto più stretto tra il cittadino e la Repubblica ci riproponiamo di rendere sempre più efficace il nuovo sistema di articolazione democratica delle competenze tra lo Stato e le Regioni, nella direzione di un moderno federalismo istituzionale e fiscale. Il federalismo è infatti la forma di Stato più adeguata al nostro tempo storico e a maggior partecipazione democratica. Esso, peraltro, si attaglia in maniera particolare al nostro Paese: noi pensiamo a un federalismo a base regionale, solidale e competitivo insieme capace di attuare in leggi i principi della sussidiarietà, orizzontale e verticale. Il nuovo partito intende corrispondere, anche nel suo modello organizzativo, a questa moderna visione dell'assetto dello Stato.

La dialettica democratica è oggi chiamata ad un continuo interscambio di informazioni e di decisioni tra strutture istituzionali e politiche snelle ed efficienti e una società civile forte, organizzata in comunità e associazioni che acquistino sempre maggiori responsabilità nella gestione della cosa pubblica. Finora il nostro sistema si è caratterizzato solo lungo l'asse di mediazione partiti-Stato-sindacati. Il tempo che avanza chiede invece nuove configurazioni di legittimità anche lungo il percorso individui-partiti-governo. E’ necessario cioè che il potere pubblico si apra a modelli nuovi e più ampi di dialogo sociale, alle più ampie rappresentanze dei corpi intermedi, delle autonomie, del volontariato e dei no-profit presenti nella società, secondo il principio della partecipazione di tutti soggetti sociali, portatori di valori ed interessi, alla costruzione del bene comune. La complessità e la velocità delle moderne reti di comunicazione economiche, finanziarie, scientifiche rendono del resto del tutto anacronistici i vecchi sistemi di mediazione e di decisione extracostituzionali.

Per il nuovo partito il concetto di potere si identifica con due parole chiave: consenso e responsabilità. La prima per evocare la necessità di un costante riferimento al vero sovrano della cosa pubblica che è il popolo. Non ci appartiene la concezione populista di “far leva” su una presunta incontaminata purezza del popolo per combattere avversari politici: ci appartiene piuttosto l'impegno ad usare nei confronti del popolo un permanente linguaggio di verità, considerandolo l'adulto proprietario della cosa pubblica, piuttosto che un'indistinta massa da manovrare pubblicamente. La fiducia nel popolo e nelle sue qualità è la principale ispirazione della nostra relazione con gli italiani che, pur non negando il ruolo storico delle classi dirigenti, ci distingue da ogni concezione elitaria del potere.

L'etica della responsabilità è la seconda parola chiave della nostra concezione del potere. Essa è una bussola indispensabile sia per onorare la delega ricevuta dai cittadini, sia per rendere trasparenti le alternative programmatiche poste di fronte al Paese da ciascun soggetto politico, impedendo che un sistema opaco e consociativo confonda meriti e demeriti in un’indistinta recita oligarchica. Solo il consenso e la responsabilità, del resto, rendono possibile il controllo di ogni potere.

Tale filosofia deve ispirare, a nostro avviso, anche la condotta di ogni potere dello Stato. L’equilibrio tra il potere esecutivo, quello legislativo e l'ordine giudiziario, che è il segreto di ogni sana democrazia, si può garantire solo attraverso il permanente rispetto delle reciproche autonomie ed il rigetto di un'impropria invasione di campo. Nella transizione dalla Prima alla Seconda Repubblica in Italia si sono verificati evidenti fenomeni di usurpazione delle prerogative del potere legislativo da parte dell'ordine giudiziario che hanno prodotto gravi squilibri nell’armonia democratica. Il nuovo partito considera proprio dovere storico ed istituzionale ricondurre la democrazia italiana nell'alveo di un normale equilibrio sistemico. D'altra parte è del tutto evidente che in una democrazia liberale, accanto alla distinzione dei poteri, deve vigere un trasparente sistema di controllo e di verifica di ogni singolo potere: nessuno, infatti, può trovarsi in una condizione di “irresponsabilità”. Le istituzioni democratiche nascono, appunto, per difendere il singolo cittadino e la comunità da eventuali abusi di qualsiasi potere: politico, militare, economico, giudiziario, scientifico. Nessuno di questi poteri può dunque pretendere di essere “fuori controllo” o di obbedire ad un semplice quanto insufficiente “autocontrollo”. L’equilibrio tra i poteri e la costruzione di un efficace sistema di bilanciamento dei poteri sono le fonti ispiratrici di un autentico Stato di diritto.

Ciò che, infine, costituisce patrimonio essenziale dei nostri valori e che sia, del resto, impresso nella lettera della nostra Costituzione è di riconoscere nella famiglia la cellula centrale della vita della società. I mutamenti del costume e dei rapporti tra i sessi, da regolare secondo leggi di giustizia e dignità, non possono alterare ciò che il cuore della dinamica esistenziale dell'umanità che si raccoglie in famiglie destinate a garantire l'evoluzione della specie. Se la persona e individuo, con i loro diritti, sono l'elemento centrale della società, la famiglia, sede primaria della formazione dell’essere umano, è il loro tramite con le istituzioni e completa il consenso socio-economico ne quale si sviluppa la vita dell’essere umano.

Il rapporto famiglia-welfare rappresenta uno dei principali elementi della necessaria revisione dello Stato sociale. Uno dei maggiori problemi che le nazioni occidentali devono oggi affrontare è rappresentato dal progressivo invecchiamento della società. Esso deve essere affrontato attraverso nuovi sostegni alla famiglia alla quale vanno restituite alcune attribuzioni che storicamente lo sono proprie come l'assolvimento di funzioni di tutela dei suoi componenti in stato di debolezza o di bisogno; funzioni che lo Stato ha dimostrato di non riuscire ad esercitare per l'insostenibilità dei costi. Più in generale è l'intera costruzione sociale a dover essere disegnata in funzione della famiglia, incoraggiando la fiducia nel futuro e, con essa, la predisposizione alla procreazione.

Il nuovo partito riconosce e valorizza l'essenziale ruolo delle donne nella comunità nazionale. Siamo consapevoli della responsabilità e degli oneri che la società moderna assegna alle donne, sia sul fronte del lavoro che su quello della cura della famiglia e riteniamo che le politiche sociali devono sostenere e rendere più agevole la conciliazione di questi diversi ma ugualmente rilevanti ruoli. In sintonia con l'articolo 51 della Costituzione consideriamo essenziale l'apporto delle donne alla crescita della vita istituzionale e politica. Ci battiamo perciò per una sempre più ampia partecipazione delle donne a tutte le assemblee elettive e ai pubblici uffici e ci impegniamo a promuovere la loro piena presenza in tutte le attività e in tutte le cariche del nuovo partito.

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