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LAICI E CATTOLICI IN UN NUOVO CAMMINO COMUNE


La fede nella centralità della persona ha unito e unisce, nel nostro schieramento, anche dal punto di vista etico, due mondi finora considerati contrapposti grazie alla lunga difficile soluzione della questione romana. Solo nel nostro Paese, del resto, i termini di laico e di cattolico sono stati usati come espressione di opposte identità politiche. Questa anomalia, che non è esistita in nessun altro Paese Occidentale, non ha più ragione di esistere.

La laicità dello Stato, è per noi il bene supremo di ogni autentica democrazia. Perciò rifiutiamo il laicismo ideologico: perché escludendo alcune ispirazioni etiche, in particolare quelle religiose, dal libero e pubblico confronto dei valori, nega più autentico presupposto della laicità. La laicità dello Stato infatti è tale sei in esso non opera alcuna integrale identificazione con qualsivoglia ideologia

Religione. Ma la laicità dello Stato non può in alcun modo essere intesa come l’espressione di uno Stato “indifferente” o “neutrale” rispetto ai valori assoluti che fondano l'esistenza stessa della democrazia e della civiltà liberale. Né uno Stato davvero laico può pensare di emarginare della vita pubblica, regalandoli alla sfera privata, i valori della nostra religione nazionale, i quali debbono invece continuare a concorrere, al pari di qualsiasi altra visione del mondo, alla formazione dell'etica pubblica.

Un nuovo sentiero comune tra credenti e non credenti fondato sulla condivisione del valore della centralità della persona, è reso possibile dal fatto che è ormai in via di superamento quell’egemonia ideologica che la sinistra dossettiana, quella azionista- russoviana e quella comunista-gramsciana hanno imposto al Paese per diversi decenni. Queste culture, pur partendo da opzioni diverse, si sono poi incontrate intorno all'ipotesi di una fantomatica terza via tra socialismo e capitalismo. Illusione che ha finito per produrre, nella nostra cultura pubblica, diversi gravi handicap: la confusione tra laicità e laicismo, il profondo deficit di riformismo, la cronica debolezza del capitalismo e della società civile, la radicata differenza verso la sovranità popolare e, infine, l'ostracismo culturale (persino antropologico) verso tutto ciò che non era e non è “sinistra”. Oggi questo schema è tramontato: la presenza di un centrodestra dalla forte identità culturale ha messo in crisi l'antica egemonia della sinistra che certo persiste nel potere degli apparati non ha più alcuna forza creativa.

Il nuovo partito riconosce il ruolo storico e spirituale svolto dalla Chiesa cattolica e la validità per la Repubblica dei patti Lateranensi. Apprezza e valorizza il ruolo che l'ispirazione cristiana ha svolto nel temperamento italiano e nelle qualità costruttive delle nostre famiglie e del nostro popolo. Guarda come a un fatto positivo che la Chiesa partecipi in prima persona al confronto di valori che anima e arricchisce il discorso pubblico. Nello stesso tempo riconosce la rilevanza dell'umanesimo laico, una cultura che ha storicamente contribuito all'unità ed alla modernizzazione dell'Italia. Il nuovo partito si dichiara dunque pluriculturale, pienamente aconfessionale. Al suo interno viene garantita piena libertà di pensiero e di coscienza su tutte le questioni inerenti problemi religiosi e morali, comunque posti.

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