Il futuro di Internet passa da Bologna
- partitodeicristani
- 20 nov 2017
- Tempo di lettura: 3 min
All’Internet Governance Forum Italia si parla di tecnologia, diritto, etica, economia e società, per fare il punto sullo stato di Internet nel nostro Paese

«Non possiamo più pensare a Internet come un mondo a sé, non c’è più un virtuale contrapposto al reale, la realtà è anche Internet.» Lo mette in chiaro Giuseppe Busia, Segretario generale del Garante per la protezione dei dati personali, in apertura del suo intervento all’Internet Governance Forum Italia 2017 , in scena oggi e domani a Bologna.
L’obiettivo della due giorni è quello di massimizzare le opportunità di dialogo e di scambio di idee tra tutti gli stakeholder non solo sugli aspetti tecnici, ma anche su quelli economici e sociali legati alla governance di Internet. «IGF Italia ha tentato in diverse occasioni, negli anni precedenti, di creare un apparato continuativo e permanente che possa occuparsi di tutti i temi di Internet, utilizzando il metodo multistakeholder – ha sottolineato in apertura dei lavori, Monica Palmirani, CIRSFID, Università degli Studi di Bologna – Vogliamo davvero che l’esito dei lavori di questi giorni possa dare origine ad un organismo consultivo di supporto alle decisioni governative.»
Che quella della creazione di un organismo permanente e partecipato sia la strada da seguire è condiviso da tutti i presenti a IGF 2017. «Dovrà essere un organismo in grado di incorporare società civile, imprese, rappresentanti governativi e soprattutto dovrà essere trasparente e agile. Non ci sono modelli a livello internazionale da copiare, è tutto da inventare – spiega l’On. Paolo Coppola, Presidente della Commissione di inchiesta sul livello di digitalizzazione della PA –. Credo sia l’unica strada da seguire, anche se nel periodo pre-elettorale la vedo molto difficile.» Durante il suo intervento nel panel “Stato dell’arte di Internet in Italia”, Coppola ha più volte evidenziato come una delle sfide cruciali nel cammino del digitale sia quella di riuscire a far capire che si tratta di temi concreti, reali e che impattano la vita di tutti i giorni. Bisogna costruire il consenso intorno a questi argomenti, farli entrare nei dibattiti della campagna elettorale: «Se oggi mi presentassi parlando di digitale probabilmente sarei sotto la soglia dell’1%. C’è sicuramente una responsabilità politica nel non aver saputo diffondere questi temi, ma non siamo i soli: non ho mai sentito parlare dell’etica degli algoritmi da Vespa – commenta Coppola –. È necessario trovare la chiave per rendere questi temi di interesse diffuso. Magari per la campagna del 2013.»
Insomma: Internet non è più virtuale, è la realtà, ammoniva Giuseppe Busia: «Internet raccoglie informazioni su tutti i fruitori della rete, che siano consapevoli o inconsapevoli e il fenomeno della raccolta dei dati è un fenomeno crescente. Immettiamo in rete sempre più dati sensibili; veniamo profilati a scopo commerciale, ma anche politico. Oltre alla consapevolezza è fondamentale fornire protezione ai dati personali, in questo senso è molto importante il Regolamento europeo sulla protezione dei dati che entrerà in vigore nel maggio 2018.»
Eppure messi in fila, i temi correlati alla governance di Internet, intesa a 360 gradi, sono concreti, reali e riguardano tutti noi: la manipolazione delle informazioni da parte degli algoritmi, la sovranità assoluta dei dati (che potranno decidere l’ammissione all’Università o l’assunzione in un’azienda), l’uso dell’intelligenza artificiale in ambito pubblico e privato (chi sarà responsabile dell’incidente commesso da un’auto che si guida da sola, dotata di intelligenza artificiale?), l’Internet delle cose (con milioni di sensori connessi che raccolgono informazioni su quasi ogni aspetto della nostra vita), per non citarne che alcuni.
È da qui che bisogna ripartire. Da problemi concreti, attorno ai quali costruire la partecipazione. È questo lo scopo dell’IGF. «Qualche spiraglio negli ultimi anni si è iniziato a vederlo – conclude Paolo Coppola –. Gli ultimi governi hanno dato priorità a Internet che in Italia prima ci sognavamo. Un caso su tutti: se siamo così in basso negli indici internazionali sulla connettività è perché in molti altri paesi l’ultra broadband viaggia sull’infrastruttura della tv via cavo, che noi abbiamo deciso di non sviluppare. Adesso col Piano strategico Banda Ultralargasi sta cercando di porre rimedio, gli investimenti sono aumentati.»
Si inizia a intravedere una strada da seguire. Come detto, l’IGF vuole dare il suo contributo nel tracciarla. In questa logica multistakeholder bisogna capire però come strutturare il dialogo con l’autorità. Per riassumere la questione Giacomo Mazzone, European Broadcasting Union, sfrutta una “slide” piuttosto originale: l’affresco cinquecentesco di Bartolomeo Cesi, raffigurante le nozze regali della parabola del brano evangelico di Matteo, 22 , che fa bella mostra di sé nell’Aula Prodi dell’Università di Bologna, che ospita il convegno: «Quanti posti a tavola spettano a ognuno degli stakeholder? Siamo destinati a essere solo un popolo di consumatori o vogliamo continuare ad avere voce in capitolo?».
di LUCA INDEMINI del 20/11/2017
tratto da lastampa.it
http://www.partitodeivaloricristiani.com/ LA VOCE DEL PARTITO DEI VALORI CRISTIANI, La Nostra testata Giornalistica OnLine. Segui Il Partito dei Valori Cristiani in Internet e sui principali social Network: www.partitodeivaloricristiani.online. www.partitodeivaloricristiani.it, www.partitodeivaloricristiani.org , www.partitodeivaloricristiani.info , #partitodeivaloricristiani #lavocedelpartitodeivaloricristiani