L’aggressione dell’Agenzia delle Entrate alle PMI genera danni all’intera nazione
- partitodeicristani
- 15 feb 2018
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Tutti gli accertamenti “presuntivi” vengono contestati davanti ai giudici tributari che ne annullano circa la metà, pur avendo interesse morale (come servitori dello Stato) e materiale (come beneficiari delle pubbliche entrate) a confermarli. L’agenzia delle entrate mira al 60% di vittorie (come se un’azienda, cui si vanta di assomigliare) puntasse a sbagliare “solo” il 40% dei propri prodotti!), fregandosene che il 50% di vittorie o di sconfitte è un’inevitabile conseguenza statistica del fatto che gli accertamenti (discutibili, opinabili e presuntivi) sono troppi e troppo infondati. Il “mondo accademico ” ( e professionale, sindacale , C.A.F. ecc. ) tace, perché ci lucra anch’ esso: infatti ai cittadini colpiti, queste vessazioni costano per difendersi, almeno il 20% del valore delle cause. 20 Miliardi di spese ogni 100 di accertamenti all’anno, se ne va in parcelle, giornate di lavoro perse, distrazione mentale, stress, svendite e prestiti per farvi fronte ecc., oltre a malattie, depressione, fallimenti, suicidi ecc. Per la collettività, il costo dei contenziosi dell’agenzia delle entrate e delle sue migliaia di funzionari, addetti, avvocati, è 10 volte superiore ai risultati della sua finta “lotta all’evasione”, ma è un fallimento voluto, comodo a parassiti ed avvoltoi Infatti, in realtà è solo un abominevole trasferimento di gigantesche risorse, dall’economia reale del lavoro a quella virtuale (e di carta), del mondo professionale. Dai beni strumentali dell’occupazione in produzione, ai “Rolex d’oro” dei colletti bianchi. Perseguitando le PMI , l’agenzia delle entrate affossa la giustizia In Cassazione arrivano 50.000 cause all’ anno, provenienti dal paese più litigioso d’Europa (e con intere regioni in mano alla criminalità organizzata), da una valanga di ricorsi sulle questioni più varie: cause di lavoro (ben 25% del totale), rapine, violenze, omicidi (più o meno colposi o tentati), minacce, lesioni, incidenti stradali e non, furti, truffe, corruzioni, ingiurie, diffamazioni, inquinamento, liti tra aziende, vicini e condomini, contro le amministrazioni in generale, ecc.. In proporzione, di questa assurda enormità, le liti promosse da un’amministrazione pubblica seria, tenuta (a differenza dei cittadini), al principio del Buon andamento, non dovrebbero superare il 2-3 % . Invece i ricorsi fiscali in Cassazione, a cura dell’agenzia delle entrate (che si vanta di vincere di più in tale sede), arrivano a ben il 50% del totale. Metà dell’impegno di un organo tenuto a dirimere i mali e le ingiustizie del Paese è dedicato a tormentare per anni, piccoli e medi imprenditori, che stentano ad arrivare a fine mese pagando i dipendenti. Oltre alle responsabilità della stessa Cassazione, l’agenzia delle entrate sta quindi affossando, con l’economia, anche la giustizia . Perseguitando le PMI, l’agenzia delle entrate opera una gigantesca estorsione Per sua stessa ammissione scritta, le intimazioni agli utenti vessati, con avvertimenti intimidatori di pagare subito onde evitare “altri controlli ” (anche a carico dei familiari), con “promesse ” che in cambio possono “star tranquilli per qualche anno” sono espressioni comportamentali che rientrano nella normale dialettica fisco-contribuente. Ogni 8 miliardi di incasso ( quasi ) reale, da questa falsa “lotta all’evasione “, ben 5 sono pagamenti estorti con richieste 10 volte più alte e con definizioni, curate ad arte, dagli stessi funzionari che hanno eseguito l’accertamento. Per giunta, l’ulteriore tangente: dal 5 al 10 % sul “risparmiato”, che i professionisti spesso pretendono dai malcapitati contribuenti. Con la persecuzione arbitraria delle PMI, l’agenzia delle entrate incentiva la corruzione L’agenzia delle entrate “regala”, ogni anno, a una ristretta cerchia di persone, il potere di iniziare, gestire, modificare, trattare e/o decidere, accertamenti discrezionali e arbitrari, per decine di miliardi. E la corruzione (anche delle menti e delle abitudini) che è notoriamente favorita dal potere discrezionale, lo è ancora di più da quello arbitrario. Si noti che il personale dell’agenzia delle entrate, è diviso in dipendenti di “serie A” (controllo) e di “serie B” (servizi al contribuente) nonostante, lo stesso Statuto dell’ente metta in primo piano quest’ultima “missione”. Inutili tentativi di portare un cambiamento La situazione non è certo migliorata con l’introduzione, nel 2004-2005, dei famigerati “obiettivi monetari” in violazione dell’obbligo di astensione previsto dal Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (oltreché dell’art. 97 della Costituzione) contro cui ci siamo battuti, prima da soli nel 2007 , poi con il sostegno indiretto dei Commercialisti di Milano nel 2010 e infine con quello del sottosegretario Zanetti. È come se i giudici venissero retribuiti in base agli anni inflitti o i Carabinieri premiati in base ai malviventi feriti; le aziende vengono infatti spesso ferite o uccise da accertamenti infondati. Per limitare i danni basterebbe che l’Agenzia delle entrate applicasse il principio “In dubio pro reo” rettificando gli imponibili solo con la sicurezza al 100 % delle proprie ragioni . Lo abbiamo proposto, per anni (inutilmente), in base al D.Lgs 80/98 che prevede, quale compito principale dei dirigenti pubblici, non l’organizzazione degli uffici (che, ridotti come sono, vanno avanti da soli) ma “la formulazione di proposte” in favore dell’ente. Il paese si sta impoverendo; la fame (di giustizia) aguzza l’ingegno; i cambiamenti partono dal basso (principio democratico); tale disposizione avrebbe rivoluzionato una pubblica amministrazione notoriamente ostile ai cambiamenti (vedasi altro articolo interessante in calce) . Come volevasi dimostrare non è mai stata applicata; men che meno dall’Agenzia delle entrate che, presa da “obiettivi ” di ogni genere (alcuni, come quello di indurre i contribuenti a versare denaro a enti di beneficenza, perfino illegali), non ha mai assegnato ai dirigenti, il principale compito previsto dalla legge! Peggio, lo ha relegato addirittura in secondo piano nel proprio Statuto ! La persecuzione dell’agenzia delle entrate a danno delle PMI provoca una fuga di imprenditori e l’impoverimento del paese Non bastasse, l’agenzia delle entrate tratta i piccoli e medi imprenditori, cui capita di non rilasciare qualche ricevuta o scontrino, cioè quasi tutti, da parassiti. Così sono indotti a lasciare l’impresa o il paese; che va in rovina. Sia al Sud dove l’economia si sta estinguendo (anche a causa della criminalità e della corruzione), che al Nord, dove sta per accadere altrettanto, alle estorsioni malavitose, si è aggiunta quella sistematica dell’ Agenzia delle Entrate. Con esiti drammatici e perfino tragici. Il tutto per un enclave di burocrati e nemici del lavoro. Questa denuncia è soprattutto una provocazione alla quale, e non ce ne stupiamo, nessuna delle autorità interpellate ha mai dato una risposta. Noi del Partito dei Valori Cristiani promuoviamo la conoscenza come strumento di difesa.
Rivolgetevi a noi o ad una associazione consumatori per un’analisi del vostro estratto di ruolo ed una valutazione professionale degli strumenti disponibili per contrastare le ingiuste cartelle.
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