BRAMINI E LA CODARDIA
- partitodeicristani
- 21 mag 2018
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Ho osservato, come tutti, la vicenda di Bramini, l'imprenditore che, nonostante fosse in credito con la Pubblica Amministrazione di circa quattro milioni di euro, si è visto portare via la casa e i suoi animali. Sinceramente? Più dell'indifferenza delle istituzioni, più dell'arroganza di una classe politica che meriterebbe solo di essere processata in massa, mi indigna la finta solidarietà di cui quest'uomo è stato fatto oggetto. Perché vedete, la vicenda Bramini, non è una di quelle faccende che si possono risolvere parlandone in un talk-show o sui social network. Io credo che pochi abbiano realizzato cosa sia davvero accaduto: è accaduto che quello stesso stato che vantava dei crediti con questo imprenditore, gli ha tolto la casa per dei debiti che questo signore è stato costretto a fare *PROPRIO PERCHE' NON POTEVA RISCUOTERE QUEI CREDITI* e lo ha fatto nella maniera più autoritaria e violenta possibile. Cioè voi lavorate come animali, lo stato che vi deve dei soldi non ve li dà e in compenso vi toglie anche le mutande per i debiti che, per colpa di quello stesso stato che non vi ha dato i soldi che vi doveva, voi avete accumulato. E quando protestate, venite cacciati via con la forza. Dico ma siamo matti? E' normale tutto questo? Quando accadono cose di questo tipo, mi spiegate con che faccia, con che spirito pensate di continuare a seguire la politica italiana? Cos'altro deve accadere affinché vi rendiate conto è che solo col sangue che questo paese si libererà? E non è questione di essere violenti, reazionari, eversivi. O forse sì: forse dobbiamo cominciare a sdoganare questi concetti e capire che la violenza e l'eversione, quando si reagisce a dei soprusi, non solo sono lecite ma finanche necessarie. Bramini ha subito un'ingiustizia. Lo penso io e lo pensate tutti voi. Ma se voi davvero pensate questo, dovete anche rendervi conto che non è più epoca di commentare sui social questo squallido teatrino che è diventata la politica italiana, il che evidenzia anche un profondo disagio che sta maturando dentro di me e che conosce chiunque mi sia vicino. Bramini è l'ennesimo punto di non ritorno di una società che ne ha collezionati ormai troppi per poter sopportare il ricatto morale di chi ci richiama alla moderazione, di chi dalle colonne di talk-show e giornali dà del cretino a chiunque non voglia rassegnarsi alla distruzione del nostro paese. In un paese sano, il signore che ha disposto il sequestro della casa di Bramini, il giorno dopo si ritroverebbe dieci patrioti armati di spranga sull'uscio di casa e impiegherebbe circa 4-5 anni per ricominciare ad alimentarsi senza aiuti infermieristici. In un paese sano, non si spara a dei poveri cristi che sono vittime, come noi italiani, dello stesso malefico progetto: semmai si spara a quei banchieri a cui sono andati in regalo quei miliardi tra cui ci sono quei milioni che avrebbero potuto salvare Bramini. La scelta del bersaglio distingue un rivoltoso da un rivoluzionario. In un paese sano, un presidente che, in aperta violazione della Costituzione, confonde il potere di nomina con il potere di scelta, dimenticando che quando una maggioranza indica un premier e dei ministri, il Presidente della Repubblica NON PUO' rifiutare né l'uno né gli altri, verrebbe subito destituito da un gruppo cospicuo di cittadini disposti a riprendersi il paese. Poi altro discorso è il tipo di reazione che va messa in campo. Sono naturalmente consapevole che non sono le rivolte, le azioni isolate del pirla di turno, a cambiare un paese ma sono le rivoluzioni. Ma il vero problema di questo paese è proprio questo. Bramini è stato fatto oggetto di una solidarietà pienamente meritata ma totalmente inutile. Smartphone in mano, milioni di finti rivoluzionari da tastiera si indignano per Bramini ma poi continuano imperterriti a condividere link idioti, a seguire lo squallido teatrino che è divenuta la politica italiana e ignorando tutti i punti di non ritorno che abbiamo superato. Bramini è, così, vittima della codardia di un popolo che non ha capito una cosa fondamentale che è poi nella genesi della democrazia moderna: la libertà e la democrazia sono semplicemente la paura che il potere ha del coraggio dei cittadini e della reazione VIOLENTA dinnanzi agli abusi dello stato. Il che comporta come inevitabile conclusione che la dittatura non è altro che la misura della codardia di un popolo. Bramini è figlio della codardia di un popolo come quello italiano che non capisce che da questa situazione se ne esce solo dichiarando guerra a quelli che l'hanno creata. E quando dico guerra, non intendo niente di metaforico, niente che sia la "guerra delle idee" o sciocchezze petalose simili. intendo proprio quella guerra lì: quella che si fa prendendo la pistola, i fucili e facendo PIM PUM PAM. Rischiando di rimetterci la pelle e le palle, ma nella consapevolezza che lo si fa per i propri figli, per i propri amici, per i propri cari. Non è più epoca di stare ad ascoltare le cretinate di questa cricca di politici che, come in un incontro di wrestling, finge di prendersi a mazzate ma poi vanno a cena assieme. E' epoca di reagire e ribellarsi. E di ribellarsi non in nome della purezza estetica dell'ideale. Qua siamo nelle condizioni - e ce lo insegna proprio la vicenda Bramini - che sono a rischio le nostre case, il nostro piatto a tavola. E occorre rendersi conto che è molto meglio morire o finire in galera con onore che vivere da codardi. scritto da Franco Marino
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