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La moderna pazzia dell'identità

Kate Hudson gender free: “Mia figlia deciderà da sola se essere maschio o femmina”

Hollywood 25 gen – Hollywood è famosa per le stranezze dei suoi ricchi abitanti, e quando un trend – meglio se il più possibile balzano e scollato dal mondo reale – inizia a prendere piede, è tutto un affannato tentativo di stare al passo coi tempi, pena la condanna a morte civile nell’ambiente dei vips. Ultimamente, ad esempio, è considerato un abominio aspettarsi che i propri figli si comportino secondo il loro sesso biologico: “maschio” e “femmina” sono una convenzione superata, e secondo un numero sempre maggior di star del cinema sarebbe meglio lasciare i bambini liberi di diventare ciò che desiderano, al di là del sesso di nascita.

La pensa coì anche Kate Hudson, che dice no alle etichette di genere e la piccola Rani, la bimba avuta in ottobre dall’ultimo compagno Danny Fujikawa, “Sarà lei a scegliere col tempo se vorrà essere femmina o maschio”, dice l’attrice in un’intervista ad AOL. La Hudson è madre di due figli maschi di 15 e 7 anni. L’attrice ha ammesso che Rani “è già molto diversa dai suoi fratelli maschi” e ha già dato prova di “femminilità” nei modi e nella sua energia. Perdinci. Nel contorto mondo del politically correct le madri si stupiscono, quasi si crucciano che una bambina si comporti da bambina. “Tuttavia vorrei crescerla senza influenzarne le scelte e con un approccio il più possibile genderless… anche se poi mi piace moltissimo comprarle dei vestitini da femmina…”. Alla fine, anche la madre più progressista si commuove davanti a codini e fiocchetti.

Ma in America e ad Hollywood Kate non è l’unica ad aver preso la strada dell’educazione genderless. Angelina Jolie e Brad Pitt non hanno opposto resistenze quando la figlia Shiloh Nouvel ha deciso di volersi far chiamare John e sentirsi un ragazzo. Anche il primogenito di Charlize Theron, Jackson, ama indossare abiti femminili. E di libertà di genere si parla persino tra i reali inglesi: anche Meghan Markle sta allestendo la stanza del royal baby con colori “asessuati” tra il bianco e il grigio, evitando il rosa e l’azzurro.

articolo di Cristina Gauri

tratto da www.ilprimatonazionale.it

Questo articolo rispecchia la moderna pazzia dell'identità. Noi del Partito dei Valori Cristiani crediamo nella famiglia tradizione con i valori della famiglia patriarcale e per la disfunzione ormonale delle persone non si può fare nulla perchè si nasce così e quindi c'è da portare rispetto anche a coloro i quali manifestano la loro identità contrariamente alla formazione sessuale.

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