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Ma che sei down?

Brutta, questa battuta che spesso si sente fare a chi non afferra un concetto al volo. Siccome viene detta a voce, facciamo finta che dicano "dawn", che significa alba, aurora, e non Down, che è il nome della sindrome. Oppure "ma che sei mongoloide?" quando uno non riesce a fare bene una cosa con le mani.

Il sito della AIPD (Associazione Italiana Persone Down) di Roma ci insegna che "Fino a pochi anni fa la maggior parte delle persone si riferiva alle persone con sindrome di Down chiamandole mongoloidi e l’idea più diffusa era quella di persone ritardate mentalmente, che sarebbero state per sempre dipendenti dai loro genitori. Oggi è possibile incontrare ragazzi con sindrome di Down nelle scuole e nei parchi, ragazzi con sindrome di Down che si muovono da soli fuori casa per incontrare i loro amici e perfino qualche adulto sul posto di lavoro."

Andando avanti ci spiega cosa è la sindrome di Down, che dipende dalla presenza di un cromosoma in più nelle cellule. Non si sa ancora come viene la sindrome di Down. Quello che si sa benissimo, invece, è che avere la sindrome di Down non vuol dire essere scemo: c'è poco da sfottere, quindi, e da scherzare.

I bambini con la sindrome di Down sono "ritardati", questo è vero, nel senso che "Lo sviluppo del bambino con sindrome di Down avviene con un certo ritardo, ma secondo le stesse tappe degli altri bambini; sia pure con tempi più lunghi, cammineranno, inizieranno a parlare, a correre, a giocare. Rimane invece comune a tutti un variabile grado di ritardo mentale che si manifesta anche nella difficoltà di linguaggio." Certo hanno bisogno di un'attenzione in più, un aiuto in più, un po' di pazienza in più. Diamogliela, no? Invece di prenderli per scemi con battute inopportune e di cattivo gusto, non rispettose di chi ha in famiglia persone affette dalla sindrome. Rispetto, siamo sempre lì.

Anche perché può capitare di fare la battuta "ma che sei down" a una persona che è parzialmente riuscita a superare la sindrome, e sentirsi rispondere "sì". E allora voglio vedere come te la metti, la testa sotto terra.

Per approfondire, basta dare un'occhiata al sido AIPD:

Per prendere coscienza e rendersi conto della realtà è simpatico questa specie di siparietto che ha per protagonista una ragazza down intraprendente e determinata

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