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Il Papa ad Abu Dabi: rispetto reciproco


La visita del Papa negli Emirati Arabi è un evento importante, perché non è mai accaduto, ed è certamente un buon segnale di rispetto reciproco fra religioni diverse. Il suo discorso integrale all'Incontro Interreligioso presso il Founder's Memorial può essere seguito al link su Youtube di TV2000, dura ventisei minuti che sono ben spesi per farsi un'opinione diretta, non filtrata dai vari mezzi di informazione e disinformazione:

In accordo con il significato della sua denominazione di Pontefice, il Papa ha evidenziato l'opportunità e la necessità di edificare non muri ma ponti, ponti fra civiltà e religioni. Non si può non essere d'accordo, specie con riferimento a muri e ponti concettuali e non fisici, purché questo atteggiamento mentale sia realmente condiviso fra chi edifica i ponti e chi li attraversa, e che i ponti siano bidirezionali, non a senso unico. Ha detto che le identità altrui vanno riconosciute, ma che non bisogna per questo rinunciare alla propria. Ha parlato di rispetto e tolleranza, e ha dato per scontato che l'atteggiamento debba essere reciproco.

E' interessante anche notare, come riferisce Il Faro, quotidiano telematico del Mediterraneo, che "il grande imam di Al-Azhar, Ahmed Al Tayyib, nel suo discorso, esorta i musulmani ad “abbracciare” le comunità cristiane locali e a non considerarle “minoranze”.“Siete parte di questa nazione, non siete minoranze – dice il capo del più influente centro teologico e universitario dell’islam sunnita rivolgendosi alle comunità cristiana – La religione non deve mai essere usata per giustificare la violenza“

Le cose sostanziali si capiscono, a volte, partendo da fatti e concetti banali. Di grande clamore, e fonte di grandi e accese polemiche, sono state spesso le questioni legate alla presenza di un simbolo della religione più diffusa in Italia nelle aule scolastiche. Quel simbolo è tale per chi crede in quanto da lui simboleggiato, può e deve essere percepito come un oggetto qualsiasi e come un simbolo altrui per chi non crede o crede in religioni differenti. Non si può imporre di credere, non si deve vietare di farlo. Rispetto e tolleranza sarebbe, semmai, apporre anche un simbolo di una religione diversa qualora qualcuno lo richiedesse, non assecondare la pretesa di rimozione e l'ostracismo.

In termini ancora più banali, per andare d'accordo bisogna essere in due a volerlo, e ce lo auguriamo di cuore.

Alcuni spunti di riflessione nel discorso del Papa sono riportati qui sotto.

Nessuno deve strumentalizzare le religioni per incitare all'odio, alla violenza, all'estremismo e al fanatismo cieco, oppure usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di eccidio, di terrorismo e di oppressione (minuto 4:47)

Le religioni devono essere canali di fratellanza anziché barriere di separazione (minuto 8:45)

Per la famiglia umana serve il coraggio dell'alterità, che comporta il riconoscimento pieno dell'altro e della sua libertà e il conseguente impegno a spendermi perché i suoi diritti fondamentali siano affermati sempre ovunque e da chiunque (minuto 9:12)

Investire sulla cultura favorisce una decrescita dell'odio e una crescita della civiltà e della prosperità; educazione e violenza sono inversamente proporzionali (minuto 15:02)

I giovani devono imparare a difendere i diritti degli altri con lo stesso vigore con il quale difendono i propri diritti. Saranno essi un giorno a giudicarci, bene se avremo dato loro basi solide per creare nuovi incontri di civiltà, male se avremo lasciato loro solo dei miraggi e la desolata prospettiva di nefasti scontri e inciviltà. La giustizia è la seconda ala della pace, la quale spesso non è compromessa da singoli episodi ma lentamente divorata dal cancro dell'ingiustizia. (minuto 15:54)

Una convivenza fraterna fondata sull'educazione e sulla giustizia, uno sviluppo umano fondato sull'inclusione accogliente e sui diritti di tutti, questi sono i segni di pace che le religioni sono chiamate a fare germogliare. (minuto 23:36)

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