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Fuori, in men che non si dica!

  • Marco Marinacci
  • 15 feb 2019
  • Tempo di lettura: 1 min

Nessuno vuole essere forcaiolo, nessuno invoca la legge del taglione, nessuno auspica atteggiamenti squadristici repressivi crudeli e trattamenti disumani. Per carità.

Però, forse, se le persone che non si comportano nel modo civilmente migliore, per usare un eufemismo, vedono che le conseguenze negative sono di spiacevolezza trascurabile, difficilmente se non lo capiscono da sole capiranno che sarebbe opportuno che si comportassero meglio.

Viceversa, a coloro che per "assicurare alla giustizia" costoro devono faticare, stando attenti a non esagerare nelle reazioni di fronte a persone che non hanno nulla da perdere né quindi controllo di sé, potrebbe passare la voglia di rischiare e di impegnarsi per quella che è la loro missione, cioè l'ordine, visto che si chiamano forze dell'ordine.

Perché se tu vedi che fa prima lui ad uscire dalla galera che tu a farti passare i lividi che per mandarlo in galera ti sei fatto, è poi tanto strano che ti venga da chiederti "ma chi me lo fa fare?". E quel giorno, miracolosamente, ti trasformi in uno che non fa il suo dovere.

Morale: nel fare il tuo dovere esageri, giustamente vieni punito, ma spesso non è chiarissimo quando esageri e quando no; se fai il tuo dovere bene hai l'impressione che non sia poi così utile, visto che la liberazione delle persone che hai arrestato è immediata (quindi ti fa pensare di aver sbagliato ad arrestarle!); se il tuo dovere non lo fai forse campi tranquillo, ma probabilmente non ti senti in pace con la tua coscienza.


 
 
 
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