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Ma allora, queste accise?

La benzina non sta diminuendo, piuttosto sta aumentando. La promessa del Governo era quella di eliminare una serie di accise, in modo da diminuirne apprezzabilmente il costo.

Un barile di petrolio sono 159 litri, con i quali si producono circa 72 litri di benzina e 36 di gasolio e altri combustibili, diciamo un po' più di un centinaio di litri di carburante. In questo momento un barile di petrolio costa 57 dollari, considerando il dollaro a 1,13 significa poco più di 50 euro. Facendo un po' di conti si arriva a calcolare che in un litro di carburante ci sono in media una trentina di centesimi di petrolio. Per arrivare all'euro e mezzo ci sono le tasse e il lavoro dei produttori. Approssimativamente quindi, visto che le tasse sono una settantina di centesimi, resta mezzo euro per produrre i carburanti, venderli e guadagnare. Non sembra neppure tanto, se non fosse che di carburanti se ne commerciano così tanti che i numeri diventano importanti. Ma vale anche per le tasse.

E' stato calcolato che rinunciare a un centesimo di accise sui carburanti "costa" una cifra non molto distante da quattrocento milioni di euro. Si fa presto a dire togliamo le accise: bisogna poi andare a cercare da qualche altra parte i soldi che mancano. E se si tolgono dieci centesimi di accise parliamo di quasi quattro miliardi di euro, per una benzina che sempre cara resta, non è che si dimezza.

Probabilmente c'è qualcosa di più grosso che non va, se siamo costretti a tassare così tanto i carburanti. Probabilmente bisognerebbe pensare ad ottimizzare il modo di gestire le risorse che entrano nelle casse dello stato dalle tasche dei cittadini, nei vari modi in cui questo avviene.

C'è una serie di comportamenti che fanno parte del modo di essere della politica che sarebbe bello cambiare. Uno è quello di aprire bocca e darle fiato per fare promesse roboanti che possano infondere fiducia nella popolazione e, in particolare, nel proprio elettorato. Un altro è quello di non darsi da fare in maniera davvero determinata ed efficace per ridurre i costi di tutto ciò in cui, innanzi tutto, c'è una cattiva gestione, uno spreco. Perché è l'unico modo per risparmiare senza rinunciare a nulla, altrimenti basta chiudere tutte le scuole e tutti gli ospedali per recuperare un sacco di soldi... no, perché poi bisognerebbe pensare alle persone che rimarrebbero senza lavoro.

Certo in un periodo in cui continuiamo insistentemente a leggere di soldi più o meno misteriosamente spariti qua e là, o erogati per risolvere problematiche e difficoltà che non si sa bene come si sono create, o di rimborsi in cui il Padreterno anziché averci fatto una bocca e due orecchie per usare il telefono sembra avercene fatte quaranta è difficile non chiedersi se, davvero, si stia facendo il possibile per migliorare la situazione.

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