top of page

Ma che modo di commentare è?

E così, il dato di fatto è che in un modo o nell'altro la Sea Watch è entrata nel porto di Lampedusa ed ha attraccato al molo. In qualche modo doveva finire, prima o poi, la vicenda: o entrava in porto o se ne andava da qualche altra parte. La comandante ha deciso di entrare in porto, stufa non di attendere risposte, ma di attendere risposte diverse da quella che aveva avuto da tempo: le persone che hai salvato non sono in pericolo immediato, valle a scaricare da qualche altra parte, non qui. Se questa risposta sia lecita o no è oggetto di discussione fra persone che sono competenti e persone che non lo sono ma inventano di esserlo; il dato di fatto è che lei ha preteso con la forza di scaricarle a Lampedusa.

Lecito o no che sia, il personale della motovedetta italiana riceve l'ordine di non far attraccare la nave, tenta di bloccarla più volte ma la nave continua, fino a schiacciare la motovedetta contro il modo. Che sia un errore di manovra, come la comandante ha detto scusandosi con la Guardia di Finanza, proprio non sembra, anche perché una persona che con una nave attraversa mezzo mondo è davvero strano e improbabile che, proprio in questa occasione, faccia un errore così stupido. Ma tutto può essere, per carità. Troppo bravi, invece, i nostri Finanzieri, che avrebbero potuto mettersi in salvo saltando sul molo, lasciando la motovedetta lì in mezzo, così la Sea Watch la avrebbe schiacciata e, essendo colpa sua, avrebbe dovuto ripagarla. Invece hanno fatto in modo di salvare l'imbarcazione, dimostrando il consueto senso di responsabilità oltre che del dovere. D'altra parte se devo impedirti di metterti in un posto la cosa più semplice è che mi ci metta io: sarebbe bello vedere il video dell'intera manovra, e non solo il pezzo finale, dal quale non sembra che la motovedetta si sia infilata in mezzo all'improvviso.

E' cominciato il balletto fra chi dice che lei doveva fermarsi, o meglio non intraprendere la manovra visto che la motovedetta le stava imponendo l'alt, ponendosi sulla sua traiettoria verso il molo, e chi dice che la motovedetta non doveva mettersi in mezzo e che ha fatto una manovra rischiosa. Chi dice che la nave era un'ambulanza, chi dice che anche un'ambulanza deve fermarsi o che non era un'ambulanza (in effetti, sono ora tutte in ospedale le persone sbarcate?). C'è chi ricorda che con tutto il tempo che è stata a girovagare intorno all'isola poteva andare da qualsiasi altra parte, c'è chi dice che l'unico porto sicuro era quello o almeno che era il più vicino (ma se in macchina vai in un posto vicino e non trovi parcheggio fai prima ad andare più lontano dove si parcheggia facilmente). C'è chi dice che salvare è un obbligo (sicuramente!), ma c'è chi si interroga su cosa realmente voglia dire salvare e quando e come si concluda il processo di salvataggio. C'è chi dice questo, c'è chi dice quello: la maggioranza delle persone, in realtà, senza avere una reale competenza specifica per affermare qualsiasi cosa, ma mossa dalla propria coscienza o dal proprio istinto o dalla propria fede o dal proprio fanatismo o dal proprio istinto o da un po' di tutto questo.

Al di là degli elementi tecnici, delle implicazioni delle leggi e del codice della navigazione (che ben difficilmente va contro le leggi, però), su questi episodi è lecito avere opinioni discordi: a grandi linee, ci si divide in chi pensa che si debba far entrare chiunque e chi pensa che debba entrare solo chi vogliamo noi, poi ci sono le sotto divisioni di chi pensa che non debba entrare nessuno, chi pochi, chi molti, eccetera: opinioni date, per lo più, non attingendo a dati obiettivi ma basandosi su argomentazioni concettuali.

Quello che è sicuro è che è indegno il modo in cui una enorme parte di persone e soprattutto di mezzi di informazione sta commentando gli eventi, prendendo posizioni arroccate e cieche, isteriche, aggressive e offensive. Che la comandante sia stata trattenuta dalle autorità è normale, un atto dovuto, in attesa di demandare agli organismi competenti la decisione della sua sorte. E' comunque una persona degna, come tutte le altre, di rispetto, e i cori di sbeffeggiamenti e insulti sono vomitevoli, nei confronti di chiunque vengano intonati. Così come ridicolo appare dipingere questa persona come un'eroina, come se avesse compiuto chissà quale operazione di salvataggio, coprendo, al contrario, di insulti, offese e sbeffeggiamenti le autorità italiane che hanno deciso di non dare il permesso di attracco. E' stata rilasciata, e anche qui piovono i commenti che augurano di tutto e le cose peggiori del mondo a chi voleva che marcisse in galera o a chi vorrebbe che fosse proclamata santa. Ai politici dell'una e dell'altra fazione (fazione è un termine che sarebbe bello che non fosse appropriato, ma purtroppo lo è) orde di esaltati regalano gli insulti più variegati.

Anche i politici stessi non si impegnano nel misurare le parole e le dichiarazioni come una situazione così delicata richiederebbe. I problemi esistono: c'è il problema delle troppe persone che stanno male nei loro luoghi natii, c'è il problema di come le persone che non si piegano a certi comportamenti vengono trattate, c'è il problema di cosa succede in determinate parti del mondo (con il beneplacito del mondo però, visto che non sembra fare molto per evitarlo), c'è il problema di una nazione che è chiamata a svolgere un'attività assistenziale superiore a quella che si potrebbe permettere, c'è il problema di un'isola bellissima che dovrebbe vivere di turismo ma nella quale è presumibile che ben poca gente abbia ormai voglia di andare in vacanza. I proclami istrionici, roboanti, estremistici, minacciosi, sprezzanti lasciano il tempo che trovano, e la loro forma ne destituisce spesso di credibilità il contenuto.

Anche su Facebook: persone che dicono vorrei una figlia come lei, io una figlia ce l'ho e mi sta bene così com'è. Isterìa. E' isteria più che reale generosità che, senza neppure aspettare di capirne la reale necessità, sia partita su Facebook una sottoscrizione di fondi per pagare le multa della nave, e che in poco tempo 25.603 persone abbiano donato una media di 17 euro a testa arrivando a 436.971 euro (a fronte dei 349.000 euro ipotizzati come necessari), viene da chiedersi quale sarebbe stata la reazione se il Governo avesse messo una tassa di 17 euro per ogni cittadino per aiutare i migranti "a casa loro": locuzione che viene usata con dispregio, quando in realtà restituire vivibilità alle patrie di coloro che ne fuggono sarebbe certamente la soluzione preferita dai fuggiaschi stessi.

L'impressione generale è che si tenda a commentare "per partito preso", come di dice nel linguaggio comune, e non cercando di riflettere su tutti gli elementi di una complessa situazione. Tutto bianco o tutto nero: angeli o demoni, diavolo o acqua santa. E di qui via all'astio e all'impeto più sfrenato, con offese irripetibili e auguri e minacce inconcepibili, dall'uno e dall'altro lato.

Ma il punto, davvero, non è se sia giusto o no: ma che modo di commentare è e, soprattutto, che tipo di informazione abbiamo?

Who's Behind The Blog
Recommanded Reading
Search By Tags
Non ci sono ancora tag.
Follow "THIS JUST IN"
  • Facebook Basic Black
  • Twitter Basic Black
  • Black Google+ Icon
bottom of page