top of page

Se non lo sai, non dire di saperlo

Giusto ieri dicevo che, nel processo dell’informazione giornalistica, le domande dove e chi sono le più facili, “almeno quando il soggetto è identificato”.

E giusto ieri, a Roma, era stato ucciso un carabiniere, accoltellato da una persona che fuggita.

Dove, è facile. Chi, non si sapeva: chi nel senso di chi è stato, naturalmente. Ora si sa, sono stati due ragazzi americani, che hanno un nome e un cognome. Che non dirò, perché è innanzitutto all’oblìo che vanno condannate queste persone, non devono diventare ricche e famose scrivendo libri dal carcere, o facendo interventi in università. Il carabiniere, invece, è Mario Cerciello Rega: questo è bene ricordarlo, di nome.

Ieri, però, nella fretta, si è voluto dare per forza una risposta almeno parziale al “chi è stato”, e non si sa a seguito di quale informazione si è parlato subito di due nordafricani. E’ logico che questo ha dato luogo a una comprensibile serie di reazioni, alcune più miti, altre più aggressive, altre incivili, che hanno messo in rilievo i rischi dell’immigrazione incontrollata.

Non esiste nessuno che non sia dispiaciuto e sdegnato per la morte di un ragazzo di trentacinque anni, appena sposato, che ha perso la vita per difendere la sicurezza della popolazione. Stava, con il collega, tentando di arrestare i due che avevano rubato il borsello a un altro figuro indegno come loro, perché non solo spacciava la cocaina, ma li aveva pure truffati. In realtà a truffarli era stato un terzo, ma per una volta voglio fare di due erbe un fascio. La storia è: i due americani cercano droga, trovano uno spacciatore che non li ha e li indirizza da un altro; questo li truffa perché mette aspirina al posto della droga; loro tornano sul posto, non trovano quello che li ha imbrogliati ma trovano quello che li aveva messi in contatto, e rivogliono da lui i cento euro. Lui non glieli vuole dare, allora loro si portano via il borsello. Poi si mettono d’accordo che glielo ridanno se restituisce i cento euro, ma questo tizio avvisa i carabinieri. Qualche difficoltà nel pensare che i carabinieri debbano darsi da fare per difendere un mercante di morte io confesso di averla, perché se gli avessero detto “peggio per te” il nostro carabiniere sarebbe ancora vivo. E non voglio aprire una polemica notando che se avesse usato metodi meno gentili forse le coltellate non ci sarebbero state, ma ci sarebbero probabilmente state orde di ipergarantisti pronti a difendere il delinquente poverino dal carabiniere cattivone.

A dire il vero c’è almeno una persona, una certa Eliana, così priva di materiale cerebrale e umano che ha scritto su Facebook che non è grave perché in fin dei conti è morto un carabiniere con la faccia da fesso, più o meno; poi questa persona ha cancellato il post e ha scritto che non si spiega quanto sta accadendo e che chi la conosce sa che non la pensa così (e allora perché lo hai scritto, dico io); questa tipa fa l’insegnante, esattamente come quell’altra che gridava “dovete morire”, ve la ricordate? Ecco, sono personaggi adattissimi all’insegnamento scolastico, non c’è dubbio…

Il punto centrale però è che sull’onda della falsa notizia ("sono stati due immigrati!"), molti come ho già detto hanno scritto di tutto, ma anche numerosi politici hanno fatto le loro dichiarazioni. E hanno fatto la figura dei fessi, hanno dovuto cancellare post, arrampicarsi sugli specchi… facendo alla fine il gioco di chi è favorevole all’immigrazione incontrollata, all’accoglienza a tutti i costi, all’anteporre – anziché mettere almeno sullo stesso piano – le necessità delle sfortunate persone che emigrano da luoghi in cui si vive male alle necessità di chi da sempre fa parte del popolo italiano.

Perché tutto il problema, tutto, ma proprio tutto, è nelle esagerazioni, uguali e di segno opposto.

Come è sbagliato dire che gli immigrati sono tutti cattivi, così è sbagliato dire che sono tutti buoni, specie quando per immigrati si intendono coloro che si stabiliscono a forza sul nostro territorio.

Come è sbagliato dire che non bisogna accogliere nessuno, così è sbagliato dire che bisogna accogliere tutti: perché non è possibile.

E la strenua propaganda dell’accoglienza a tutti i costi stimola una specie di razzismo di reazione: “siccome siete troppi, andatevene tutti”; semplificando in modo brutale, questo è il processo che si verifica. Ci sono stati politici che hanno fatto dichiarazioni nelle quali hanno attribuito in un certo senso più “valore” a queste persone che decidono di lasciare le loro terre che a noi che, nati qui, rimaniamo nelle nostre. Se gli uomini e le donne sono tutti uguali, sono uguali, nessuno ha voglia di sentirsi dire che gli altri sono meglio, e reagisce cercando di allontanarli, di combatterli.

Quello che è più sbagliato di tutto è dare per certa una cosa che non si sa: sempre, in qualsiasi caso e argomento. Se poi a farlo è chi ha il compito di dare le informazioni ai cittadini affinché costruiscano le proprie idee, è difficile non accostare la malafede all’incompetenza. Perché oggi le informazioni si diffondono in maniera rapidissima ed efficacissima, e se si diffonde il falso è un danno grandissimo.

Who's Behind The Blog
Recommanded Reading
Search By Tags
Non ci sono ancora tag.
Follow "THIS JUST IN"
  • Facebook Basic Black
  • Twitter Basic Black
  • Black Google+ Icon
bottom of page